Short stories autobiografico :Amore per i cani - inedito

Oggi vorrei parlarvi di cani; questi meragliosi esseri dalla psicologia affascinante e lineare.
Sono cresciuta con i cani, ho imparato a camminare aggrappandomi con forza al mio Rol, un esemplare di pastore tedesco. Ho sempre cercato fin da piccina, di viverli, osservando il loro comportamento. Mi sono sempre sentita parte di un branco, loro hanno saputo starmi vicina, con discrezione e tanto tanto amore. Mi sono appassionata alla cinofila e ho avuto la fortuna e la gioia di conoscere diverse razze specifiche: pastore tedesco, pastore scozzese ( il buon Collie per intenderci), volpino della Pomerania, cocker english spaniel, setter inglese, boxer. Altrettanti meticci sono stati adottati e devo dire che ciò che distingue un cane acquistato, da un cane adottato in canile, è la sofferenza che si può leggere con estrema facilità negli occhi di quest'ultimi. Dunque, la gioia immensa di vedere poi "sorridere" quello sguardo che appariva perso, disorientato; la fiducia reciproca che pian piano si riesce a trovare, è un valore aggiunto inestimabile. Con la mia ultima boxer, Claire (la monella) ho scoperto un risvolto del boxer inatteso e, credevo di non farcela. Sarà che sono passati gli anni e non sono più giovane, sarà che Yuma, la precedente boxer, era l'opposto di Claire, in buona sostanza ho dovuto lavorare non poco per riequilibrare il bel caratterino.
Uno dei problemi, potrebbe essere che ora per legge, gli allevatori possono vendere un cucciolo al compimento dei due mesi, e in genere, la mamma in quel periodo insegna ai propri cuccioli una bella e utilissima lezione di vita. In genere, ma non è sempre così. Per capirci meglio :
La terza settimana di vita
Inizia la fase transitoria della socializzazione primaria cioè il cucciolo inizia a percepire il mondo esterno: schiude gli occhi e le sue pupille reagiscono alla luce anche se non è ancora in grado di vedere gli oggetti o un movimento fino al 21esimo giorno circa. Comincia a sentire i suoni ma ancora non sa stabilirne l’origine.
In questo periodo dorme meno mentre comincia a muovere la coda, ringhiare, abbaiare, leccare, mordere, masticare, fare i bisogni spontaneamente e stare seduto sulle quattro zampe.
Questa è la fase della socializzazione primaria o intraspecifica cioè rivolta a membri appartenenti alla stessa specie: si sviluppa attraverso il gioco con i propri fratelli. È proprio questo il delicato momento in cui il cucciolo ha bisogno di apprendere quei comportamenti che da adulto gli consentiranno di comunicare con i propri simili, imparare i ruoli sociali, sviluppare il carattere. Per questa ragione è importante accarezzare spesso i cuccioli.
Il periodo sensibile
Da uno a tre mesi di vita il cucciolo è particolarmente sensibile, ricettivo e subisce un’influenza indelebile dagli stimoli esterni. È un periodo di grande esplorazione, elaborazione e apprendimento delle esperienze e si può cominciare a educare un cucciolo: inizia la conoscenza del mondo esterno e la socializzazione secondaria o interspecifica rivolta ad altre specie animali e verso l’uomo.
Se in questo periodo il cucciolo viene messo a contatto con figure umane diverse per età, sesso e colore della pelle, così come altri animali (es. gatti o cavalli), da adulto non avrà nessun timore o reazione particolare nell’incontrarli.
Anche il contatto con l’ambiente è importante: rumori (come l’automobile, l’aspirapolvere ecc.) e oggetti che impara a conoscere in questo periodo gli saranno poi famigliari anche da adulto.
Soprattutto, però, resta ancora importantissimo il ruolo educativo svolto dalla mamma e dai fratelli: è il momento in cui la cagna insegna ai suoi cuccioli le basi per relazionarsi in maniera corretta sgridandoli o ringhiando se esagerano o se sono irruenti.
In questo modo il cucciolo inizia ad apprendere i concetti di calma e di autocontrollo utilissimi in età adulta.
In particolare questa lunga fase può essere suddivisa in diversi periodi:
– dalla quarta alla sesta settimana di vita c’è la fase della socializzazione “canina“. Il cucciolo mette in pratica la sua mimica, la postura del corpo e la vocalizzazione (abbaio, morso) scoprendo che effetto hanno su madre e fratelli. Vengono attuati giochi di inseguimento e di caccia e il cucciolo apprende il significato della disciplina;
– nel corso della settima settimana in particolare compare la “facilitazione sociale“. Imitando la madre e i fratelli il cucciolo impara che non deve avvicinarsi troppo alla ciotola della madre mentre mangia, apprende le regole gerarchiche tra cani, a mantenere i conflitti al di sotto di una soglia accettabile e a regolare il suo morso. Sono comportamenti che restaranno anche in età adulta e saranno fondamentali nel rapporto anche con il compagno umano.
Nello specifico: Amelia, la madre di Claire era alla sua prima esperienza ed era dimagrita parecchio durante la fase d'allattamento dei sei cuccioli, tanto da arrivare a pesare meno di 20kg. Probabilmente sentendosi stanca, dopo aver sfamato gli insaziabili pargoli, si defilava lasciando che se la sbrigassero da soli. Dunque in questo caso, sicuramente a poco sarebbe servito lasciarla oltre i due mesi. Facciamo un passo indietro, Yuma è mancata il 5 giugno 2018, non volevo prendere un altro cane nell'immediato, volevo poter pensare ancora alla mia "ombra" e rivivere nella mia mente, i tanti momenti felici trascorsi con lei. Ma, Claire è nata il 13 giugno 2018 e una domanda mi frullava in testa e la risposta è stata, si, è Yuma che me l'ha mandata.
Convinta di questo, un sabato pomeriggio mio marito ed io partiamo per andare a vedere la cucciola, ma già sapevamo entrambi che il viaggio di ritorno l'avremmo fatto in tre.
Un muso nero, con lo sguardo duro. Magrina nel complesso; niente scodinzolamenti, si è tuffata sui lacci delle mie scarpe con i suoi dentini aguzzi. Mi ricordo di averla presa in braccio, con delicatezza e mi sono accorta che non si dimenava, anzi, le piaceva essere manipolata. Bene, pensai, è un buon segno, ma in auto si era rivelata curiosa, voleva per forza stare dritta e guardare dal finestrino. Mi sgusciava da tutte le parti, nonostante le mie carezze e le parole che una mamma dice al proprio piccolino. Finalmente a casa, la portai subito in terrazza per farle capire che lì poteva fare i suoi bisogni e questo almeno è stato appreso abbastanza in fretta. Poi iniziò a gironzolare all'interno; un batuffolo di pelo con il muso schiscio, serio e indipendente, esploro' ovunque, con calma annuso' in ogni dove, probabilmente avvertendo la presenza di Yuma ancora, dopodiché ha dato sfogo al suo bisogno più impellente: mordere. Qualsiasi cosa, dalle ciabatte, al termosifone, alle piante. Nel giro di pochi mesi mi aveva completamente svasato due vasi di un metro, di azalee stupende; tritato finemente Erica e Lavanda e tutto questo mentre io ero in casa. Era una macchina da guerra, in cinque minuti riusciva nel suo intento. Se la sgridavo mi abbaiava e poi mi morsicava le mani. Stanca di questa situazione, un giorno le presi il muso e la morsicai. Non vi dico la sua faccia, perché di faccia si tratta. In quel momento deve aver capito chi ero, perché qualche piccolo segnale positivo da parte sua stava arrivando, almeno quando eravamo a casa.
Fuori invece eravamo ancora in alto mare. Claire si è rivelata fin da subito una forza devastante nel vero senso della parola. A sei mesi pesava 23kg. quel giorno, eravamo andate a fare due passi, in città, quindi strada trafficata e per poco, spingendomi da dietro mentre si era messa a saltare, non mi faceva cadere dal marciapiede . Mi sono vista la mia vita in un secondo. Per un attimo non sono finita sotto l'auto che stava transitando. Quel giorno credo se lo ricordi anche lei, accidenti quanto mi sono arrabbiata. Pochi giorni dopo, la sbirciai mentre con un salto salì sul tavolo del terrazzo e stette lì, in piedi a guardare i bambini che uscivano da scuola che, vedendola, si misero a ridere. Scese dal tavolo con un balzo, come fosse un gatto e si drizzo' in piedi con le zampe anteriori appoggiate alla ringhiera, scodinzolando energicamente. Tutt'ora a lei piace essere al centro dell'attenzione.
In quel periodo non eravamo ancora in sintonia. Io e Claire litigavamo spesso, era snervante. Il "basta" per lei voleva dire "ancora". Il "vieni qui", significava "corro più veloce e dalla parte opposta". Il "porta" voleva dire per lei "fossi matta, la pallina è mia e me la tengo". E poi ogni volta che mi fermavo a scambiare due parole con qualcuno, mi abbaiava, mi mordeva la mano che tenevo il guinzaglio, mi saltava addosso. Non era possibile neppure fare la coda alla cassa di un negozio, perché la signorina si innervosiva.
Un netto miglioramento l'ho riscontrato dopo gli 8 mesi, dopo il primo calore. Stava crescendo, non solo fisicamente ma anche e soprattutto, mentalmente.
Ora ha 21 mesi, la scambiano spesso per un maschio, 62 cm al garrese, 35kg.di dinamite che ho imparato a gestire.
Per farmi portare la pallina da tennis, ho usato la strategia: due palline. Ne tiro una, dico porta e quando è abbastanza vicina dico lascia. Se vuole giocare ancora con l'altra pallina che tengo in mano, deve ubbidire e lei lo fa, con i suoi occhi neri attentissimi ad ogni movimento della mia mano. Ho fatto leva sul fatto che lei è un pochino persa senza di me, quando è senza guinzaglio, dicendole vicino-vicino mi sta al piede, senza guardare altri cani o gatti. E qui apro una parentesi, i gatti! Questi affascinanti animali imprendibili, per fortuna. Nel nostro palazzo ce ne sono alcuni che spesso sonnecchiano al sole, sul prato, dove Claire gioca. Il primo impatto da cucciolina era stato positivo, nel senso che lei è effettivamente molto buona con chiunque, compresi i gatti, ma crescendo il gatto ha iniziato a temerla, probabilmente anche perché non è proprio delicata, diciamo che è un gigante buono, ma sempre di gigante si tratta e quindi il povero micio sbuffa facendo diventare la coda enorme. Claire, da sempre attratta, ci vorrebbe giocare e vedendolo scappare, nella sua testolina non può far altro che pensare: gioco, gioco!
Odesso riusciamo a fare esercizi di agilità in un campo qui vicino e anche l'obbedience è quasi perfetta. C'è ancora da lavorare certo, per migliorare soprattutto la parte frenetica che c'è in lei. La smania di giocare con gli altri cani, il bloccarsi per strada se ne vede uno, sperando possa essere interessato a lei e per cani intendo di qualsiasi razza, dimensione, età, sesso. Purtroppo o per fortuna, il modo di giocare dei boxer è molto particolare, molto fisico, dunque non è proprio accettato da tutti, spesso si prende delle sonore ringhiate soprattutto da parte di razze più ridotte. Ma è con i cuccioli di due, tre mesi, che Claire dà il meglio di sé. È delicata come una piuma, li prende piano con le zampe, li abbraccia e lascia che il cucciolo esplori ogni parte del suo corpo. E se le mordicchiano le orecchie o il muso lei si ferma, resta immobile finché il cucciolo non molla la presa. Sarebbe una madre affettuosa, ma non li educherebbe, perché sarebbe incapace di sgridarli. Problema comunque che non sussiste, perché non la faremo coprire.
Amare dunque i cani perché con loro si cresce sempre, anche quando sembra complicato, imparare ad osservarli per poi intervenire con "pugno di ferro in guanto di velluto", appaga. Appaga sempre, soprattutto quando si riesce da soli.
Per la cronaca, non mi sono mai affidata ad un educatore e/o addestratore cinofilo, ho imparato da sola a trattare con i cani, grazie alle mie esperienze e alle sagge letture. Sono molto cocciuta, molto determinata di carattere e se il cane è mio, lo devo saper gestire io, per essere felici entrambi.


Giocare con il proprio cane poi, fa bene anche a noi umani. il gioco è un bisogno basico dei cani. È un’attività che favorirà il suo sviluppo intellettuale ed emotivo. Il gioco, inoltre, li aiuta a socializzare. Giocando con gli altri cani o con gli umani, sviluppano diverse destrezze a seconda del compagno di giochi. I giochi fra cani sviluppano la forza bruta e l’istinto di caccia, quelli con gli umani potenziano la cooperazione e l’intelligenza e sono più dinamici. In ogni caso i cani imparano a rispettare gli altri.Non solo, liberano l’energia, si sfogano, scongiurando lo stress, l’ansia e la violenza. Inoltre i giochi con gli umani rinforzano l’unione padrone-cane. I momenti ludici sono proprio i momenti fondamentali nell’educazione del cucciolo, sia per quanto riguarda il mordere sia per insegnargli a obbedire. È necessario dimostrare che è il padrone che ha il controllo della situazione, il cane deve capire che il  gioco finisce quando lo dite voi, non quando vuole lui. Divertirsi insieme crea empatia. La relazione con il cane è un portale: l'attraversi e non sei più quello di prima. Giocare, educare, ascoltare l'animale nel modo giusto risveglia una visione del mondo in cui tutto è interconnesso, interdipendenti.  I cani si connettono con lo stato emotivo delle persone in modo quasi immediato. Ma la loro capacità va ben oltre perché mostrano anche il desiderio di dare conforto, alleviare le sofferenze emotive e la tristezza, in questo sono dei campioni! 




Io e la mia monella 






Al campo, imparare divertendosi entrambi 





Da così - 2 mesi


A così - 20 mesi





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