I puntini di sospensione sono i più difficili da trattare, non perché essi prevedano più regole rispetto agli altri segni, anzi. Piuttosto si tratta dell’uso che gli italiani fanno di questi tre puntini “salvavita”, un uso sproporzionato all’espressività e diffusamente errato. Prima di tutto bisogna stabilire che i punti sospensivi sono solamente tre, non uno in meno, non uno di più, dunque inutile file ininterrotte di puntini, come se la quantità fosse sinonimo di enfasi. I tre puntini sospensivi presuppongono un’elusione, un non detto. Qualcosa di solo suggerito. E chi scrive lo fa, di solito, per dire qualcosa. Se si abusa di un segno, esso perde la sua forza.Ci vuole coraggio per dire certe cose invece di evocarle, così come ci vuole mezza frazione di secondo in più per recuperare un punto e virgola o i due punti. E siccome in letteratura forma e significati dovrebbero influenzarsi a vicenda e riflettere in qualche modo l’immagine di un’epoca, si potrebbe supporre che l’abbondan...
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