Short stories Cullati tra le note - inedita

Quando da piccina le domandavano cosa farai da grande, lei rispondeva "farò la musica".
Impettita poi, alta appena un soldo di cacio, si posizionava al lato del pianoforte mentre suo padre suonava, gorgheggiando con voce squillante ed incantevole. Crescendo imparò a suonare il violino, struggente e sottile suono quasi del tutto uniforme sulle quattro corde, diventava particolarmente potente sotto le sue dita. Si era iscritta ai corsi pre-accademici con ottimi risultati, passò quindi al conservatorio e, superati i 180 crediti formativi, frequentava ora il corso specializzante biennale. 
Mariell ci metteva anima, anzi lo strumento stesso diveniva spirito e si librava nell'aria.
Imparò diverse tecniche negli anni, il bariolage, il pizzicato, staccati rapidi, risposte ad eco, passaggi di corda, utilizzò la “scordatura”, largamente usata da Paganini, che consisteva nell’accordare diversamente le corde del violino, per facilitare passaggi altrimenti ineseguibili e virtuosismi al limite delle possibilità umane, ma l'unica "tecnica" possibile per la ricerca della perfezione era il souplesse, ovvero flessibilità e agilità di movimento. 
Ad appena 19 anni Mariell suonò al Teatro Royal di Bruxelles e al Convent Garden di Londra, la sua carriera dunque prometteva bene ma nonostante ciò, non si esimeva dall'esercitarsi ogni giorno per almeno quattro ore. Era ferrea e desiderosa di essere magistrale.
Aveva chiesto e ottenuto il permesso di poter esercitarsi con alcuni amici, in un vecchio stabile dismesso appena fuori città; ogni sera appena dopo il tramonto si ritrovavano tra spartiti e nuove melodie da inventare, tra sogni e speranze e tanta passione.
Quella sera Rudy sassofonista, portò anche un suo amico che suonava pianoforte, si chiamava Philip e aveva gli occhi più belli che Mariell avesse mai visto.
Rudy presentò l'amico al gruppo aggiungendo che, oltre la passione per il pianoforte, faceva anche street dance e lo invitò ad esibirsi.
"Forza ragazzi, suoniamo qualcosa «Boccaccio Juan Serrano» pronti, 1,2,"
Philip iniziò lentamente e poi,  mostrò la sua personalità . Miscelava arditamente passi di Capoeira, tap, jazz, bebop e salsa in modo del tutto naturale. Il risultato fu strepitoso.
"Caspita, sei davvero bravo!" - disse Emy - "se anche con il piano te la cavi in questo modo direi benvenuto nel gruppo!" - proseguì applaudendo al nuovo arrivato.
"Grazie, mi fa molto piacere essere qui. Rudy è da un po' che mi sprona a venire, ma... " -rispose Philip con un lieve imbarazzo, alzando leggermente le spalle.
"Siete davvero molto bravi, tutti davvero troppo bravi che, beh non so se faccio bene a restare" - continuò.
"Smettila, qui cresciamo ogni giorno di più e insieme sarà una bella occasione anche per te. Davvero amico mio, sei il benvenuto. Non porterei mai una schiappa in questo gruppo!" - disse scherzosamente Rudy imitando grottescamente i passi che lui aveva appena fatto esplodendo in una risata contagiosa. 
Era sabato sera e finite le divertenti prove, decisero di andare a mangiare una pizza, ma Philip si defilo' -" grazie ragazzi, ma non posso, devo alzarmi molto presto, anzi dovrei essere già a riposare." - annunciò il ragazzo.  Mariell allora si fece avanti e disse: - "Dai, qualcosa di veloce, andiamo da Jenny  è qui vicino. Mi farebbe piacere venissi" 
"Davvero non posso, mi alzo alle 5 purtroppo. Mi spiace. Buon divertimento ragazzi, alla prossima." E se ne andò a passo svelto, infilandosi le mani in tasca.
Mariell lo guardò andar via ed ebbe la sensazione che qualcosa lo turbasse e buttò lì una domanda a bruciapelo a Rudy :-" È sempre così il tuo amico oppure ha dei problemi?" 
"Beh sai, Philip è un gran lavoratore, fa due lavori per mantenersi e in più fa l'artista di strada. È davvero un talento, un autodidatta, la musica e il ballo sono tutto ciò che ha. Per questo l'ho invitato nel gruppo, ne ha bisogno."
"Hai fatto assolutamente bene a chiamarlo e spero torni ancora. In che zona si esibisce di solito?" - disse  Mariell con un sorriso birichino. 
"Cos'è quel sorrisino? Ti piacerebbe conoscerlo? Ah ragazzaccia monella!" - esordi Rudy abbracciandola, notando che aveva le guance in fiamme per l'imbarazzo. 
"Ma no, dai, era solo curiosità, mi piacerebbe sentirlo suonare." 
L'indomani nel primo pomeriggio Mariell si trovava nella trafficata via che le aveva detto Rudy, la gente camminava spedita a quell'ora, alzò lo sguardo oltre le teste e in lontananza vide alla sua destra l'entrata del parco, di fronte le scuole, "ci siamo, dovrebbe essere qui" - pensò. Infatti eccolo, Philip con i capelli neri e un cappello alla garconne. Bretelle di cuoio su un paio di logori jeans, stava suonando un Casio Piano Digitale, 88 tasti, 64 voci ,10 suoni, in maniera assolutamente originale. 
Si mise un poco in disparte e finito il pezzo lo salutò con un inchino dicendo :-"Buongiorno suonatore" 
"Toh, che bella sorpresa! Sono contento di vederti. Che ci fai qui" - rispose Philip mentre lei si sporgeva per baciarlo sulla guancia e proseguì, con un sorriso furbo scuotendo amabilmente la testa - "È stato Rudy ci scommetto". 
"In realtà si, l'ho chiesto io però, volevo sentirti suonare" - rispose Mariell con candore infantile accomodandosi sulla scalinata alla destra di Philip, da lì aveva una buona visione dell'insieme. Si accoccolo' nel lungo cappotto di cachemire, i neri capelli che ricadevano sulle spalle sembravano danzare sollevati dal vento. 
L' armonia tra orecchio e cuore era un equilibrio perfetto, un'unione. 
Suono' un paio d'ore quasi ininterrottamente, sorridendo spesso a Mariell che non smetteva di osservarlo, poi fecero un tratto di strada insieme e Mariell chiese :-" Sei molto bravo, ha ragione Rudy, hai talento. Hai mai pensato di fare il conservatorio? 
E Philip rispose :-" Ah mia bella principessa, io posso anche pensarci, ma non ho denaro per permettermelo. Sono un tipo molto realista sai e anche un po' ribelle, amo la strada, adoro la gente e le emozioni che sa offrire. Amo questa vita. Certo, fare due lavori per potersi pagare gli strumenti e per vivere, non è facile, ma è solo una questione di tempo, prima o poi qualcosa dovrà pur girare nel verso giusto. Me lo auguro almeno. Io sono arrivato, qui è dove lavoro di sera, oh certo non è l'Opera di Parigi ma il datore di lavoro è un buon amico e mi permette di esibirmi un'oretta prima della chiusura e poi lo stipendio è buono." 
Mariell alzò gli occhi verso l'insegna del locale «Violet» - " me lo ricorderò "- pensò. 
Si salutarono con un abbraccio e con un "ci vediamo" all'unisono, scoppiando a ridere. 
L'inverno stava finendo e la vita di Mariell proseguiva scandita da note e pensieri. Non aveva più visto Philip, né per strada e nemmeno nel gruppo. Anche Rudy era preoccupato, era andato al locale ma senza successo; una mattina si alzò pure alle cinque per andare al mercato del pesce dove solitamente Philip lavorava e, niente. Nessuno sapeva nulla. Philip sembrava sparito. Così decisero di contattare la famiglia telefonicamente e dopo pochi squilli una voce dall'altro capo rispose "Si pronto?" Fu Rudy a parlare :-"Buongiorno signora sono Rudy un amico di Philip, lui c'è?" silenzio. 
"Mio figlio è qui, si glielo passo attenda" 
"Pronto chi parla?" - disse Philip con voce roca "Ehi amico mio, finalmente ti trovo! Sono Rudy e qui con me c'è Mariell, eravamo preoccupati, scusa se ti abbiamo disturbato, ma sei sparito senza dire nulla!" 
"Ciao Rudy, si certo hai ragione. Purtroppo sono dovuto tornare a casa. È accaduta una disgrazia e..." - scoppiò a piangere come un bambino e proseguì dicendo -  " Mio padre. È morto mio padre Rudy. Scusami non ce la faccio a parlare."
Sconvolto da tanto dolore Rudy disse: - "Aspetta non riattaccare, posso fare qualcosa? Permettimi di aiutarti Philip, dimmi dove sei vengo da te immediatamente. Non ti lascio solo amico mio." 
Il giorno dopo Rudy e Mariell presero il primo treno per Bristol. Percorsero a piedi la Queen Square, ammirando gli antichi palazzi e la Cattedrale svoltando poi a sinistra trovarono il palazzo in cui viveva la famiglia di Philip. Suonarono il campanello e poco dopo Philip li raggiunse in strada. Non sembrava più lui, pareva dimagrito, terribilmente affranto. 
I due amici si strinsero forte a lui in segno d'affetto sincero. Non dissero nulla, si incamminarono in silenzio verso il primo bar. 
Fu Philip a parlare per primo : " Grazie ragazzi per ciò che state facendo per me. Lo apprezzo moltissimo. Siete stati veramente gentili a venire fin qui." 
"Ti vogliamo un gran bene e vorremmo condividere con te questo immenso dolore, sai tra amici accade così" - sdrammatizzo' Rudy stringendo una mano a Philip. 
"Devo rimanere qui ora, basta con la musica, basta con la strada. Ora devo rimboccarmi le maniche e dare una mano a mia madre. Ho una paura fottuta lo ammetto, sono fuggito da questa realtà, che non sento mia, ma ora... Ora è tutto diverso. Mio padre era un uomo tutto d'un pezzo, aveva un pessimo carattere, ma era caparbio, capace e acuto. Si è costruito un'ottima reputazione con le sue navi. Si, lui era un armatore e io la pecora nera. Volevo fare la mia vita senza alcun aiuto da parte sua, credo nella forza della musica, ma a questo punto, a che vale. Da domani sarò in giacca e cravatta che detesto, serio e affidabile menager è così, la vita è così, ti fa crescere in fretta quando non te lo aspetti." Rigulgito' le parole tutte d'un fiato, quasi fosse una liberazione Philip, bevendo l'ultimo sorso di birra. Trascorsero qualche ora ancora insieme cercando di far sorridere l'amico e poi, lentamente tornarono alle loro vite, scandite da impegni e suoni. Qualcosa però in Mariell si era rotto. Era distratta e nervosa, spesso tralasciava le prove per rifugiarsi sulla scalinata, dove tempo prima aveva sentito forte e chiaro l'armonia. 
Tra lei e Philip c'era empatia e si, lei avrebbe voluto conoscere meglio questo ragazzo ribelle, dal dono straordinario di creare equilibrio perfetto, con le note e con la danza.  
I primi giorni di marzo si portò via le piogge e un sole tiepido riscaldava il cuore. L'aria sapeva di fragrante primavera e Mariell prese la decisione di parlare a Philip. Aveva bisogno di sentire la sua voce e la scusa era l'invito ad un concerto che avrebbe tenuto tra un mese. 
L'evento era organizzato dal gruppo e d'accordo con gli altri, volevano che Philip fosse presente, non come semplice ospite, ma come parte integrante. Avevano solo poche settimane per provare le musiche e i balletti, una missione quasi impossibile probabilmente per Philip considerando gli impegni di lavoro, ma ci teneva, ci tenevano tutti alla sua presenza. Così Mariell lo contattò telefonicamente e lo convinse. 
"Mi fa molto piacere, vedo che non hai perso il gusto per le sfide. Ci tengo alla tua presenza. Mi manchi, tanto" - disse Mariell e continuo' - "Sei un ragazzo davvero in gamba, ti stimo molto. " 
"Mariell, mi manchi tanto anche tu. Tra noi è nata una amicizia solida e importante e... Beh ti devo confessare che sei nei miei pensieri, mi accompagni sempre e ti ammiro artisticamente e mi mancano un sacco le tue risate. Ho voglia di vederti anch'io, tanto sapessi" - parlò con il cuore in mano Philip, ascoltando il respiro di lei poté quasi avvertirne il profumo. 
Le settimane che seguirono furono cariche di positività; si trovarono ogni sera dopo il tramonto nell'edificio dismesso. Philip arrivava in auto verso le 18 con entusiasmo e ricco di concretezza. Provavano e riprovavano in cerca del souplesse; si corteggiavano i due ragazzi lasciandosi cullare dalla melodia e poi, si ritrovarono abbracciati come non mai, le mani tra le mani e i respiri uniti si persero l'una negli occhi dell'altro. 
"Souplesse. Ecco la perfezione" - disse Philip accarezzando le guance di Mariell. "L'abbiamo trovata insieme. Ti ho amato dal primo momento che ti ho visto, mi sei entrata nel cuore con prepotenza, mi hai incuriosito fin da subito - continuò baciandola.
"I tuoi occhi mi ricordano i prati irlandesi Illuminati dall'alba in un giorno d'inverno, quando li guardo vedo la tua anima." - rispose con estrema dolcezza Mariell. 
L'evento si tenne in conservatorio e portò grande affluenza di pubblico. Professori e studenti, tanti amici, genitori e parenti tutti quanti entusiasti e colpiti dalle evoluzioni musicali e dal talento fresco e genuino che Philip portò sul palco con la sua street dance, in perfetta simbiosi con le musiche scelte. Fu un successo anche la raccolta fondi, indetta per dare la possibilità ad alcuni studenti poco abbienti di utilizzare strumenti musicali che altrimenti non avrebbero potuto usare. Philip consegnò loro in dono 3 bassi acustici a 5 corde della Warwick e 2 violini Reghin della Liuteria Rumena nonché uno splendido Yamaha U1 che ovviamente si appresto' a provare, "Moonlight Sonata di Beethoven" - annunciò Philip e il pubblico, in rigoroso silenzio si lasciò cullare. 
La sua mano sinistra spiega dolcemente dei larghi accordi d’un carattere solennemente triste e la cui durata permette alle vibrazioni del pianoforte di spegnersi gradatamente su ciascuno di essi; mentre la mano destra, arpeggiando un disegno ostinato d’accompagnamento, la cui forma non varia quasi dalla prima battuta all’ultima, fa sentire una specie di lamento: fioritura melodica di questa oscura armonia, intramontabile che cattura e porta a riflettere. Il “Presto Agitato” è impetuoso, violento e convulso. Mentre la mano sinistra resta saldamente assestata sulla regione grave della tastiera, ripetendo caparbiamente le stesse note, la mano destra si lancia verso l’acuto con arpeggi rapidi che si concludono con un accordo ripetuto. Poi, solo una piccolissima sosta, con due accordi di ottava nella regione grave della tastiera, ci regala un attimo di pace per poi ripartire con rinnovata energia e concludere con un vorticoso arpeggio all'unisono. E lì, il pubblico si alzò in piedi applaudendo e le lacrime di emozione che sgorgarono, furono perle di sincera impressione per Philip, che commosso a sua volta, cercò rifugio abbracciando Mariell. 
Passarono gli anni della gioventù in un baleno. 
L'amore profondo continuò ad essere armonico, in perfetto equilibrio tra loro. 
Mariell divenne una musicista famosa e più tardi aprì a Bristol una scuola di musica e di danza. Philip lasciò l'azienda al cugino fidato e appoggiò Mariell nel progetto, diventando insegnante di street dance. 
"E ora che l'età è matura per diventare padre mio caro, dovrai cullare la tua bimba con le note, dondolando un poco, avendo cura che si addormenti serena."  - pronunciò Mariell abbracciando da dietro il marito. Era il suo modo per dirgli che sarebbero stati in tre da ora in poi. 
Philip la prese in braccio e la fece girare in un vortice di felicità. 
Poi, l'adagio' piano sul divano e si mise al pianoforte. Suonò per la sua Mariell e per la piccola, Chopin - Mariage d'amour, cullandole dolcemente con infinito amore. 





Immagine in artedigitale by ©Raffreefly 

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