Short stories Nel tondo - inedito

E all'improvviso apparve il magnifico tondo. Mi fissava, serena. Sbattei le palpebre due volte per scongiurare il sogno e cercai di muovermi, ma invano. 
Raccolsi le forze e ascoltai il mio corpo. Il palmo della mano destra adagiato su qualcosa di freddo e soffice, "neve" - pensai.  La gamba destra incastrata, forse in arbusti. La parte sinistra del mio corpo invece, non rispondeva, non la percepivo. Il collo leggermente piegato aveva il vantaggio di avere una prospettiva magnifica di quel cielo invernale. Mi rasserenai per un istante, lei mi teneva compagnia mentre intorno il silenzio mi avvolgeva. A tratti, il rumore dei miei pensieri scuoteva con forza la mente, quasi uno schiaffo, come riemergere da una apnea rischiosa. Vidi il colore di occhi a me cari, vidi le mancate carezze, sentii il bramito del cervo e lo scrosciare della pioggia.  Assaporai il profumo dell'erba appena tagliata e mi immersi in distese di rossi tulipani. Vidi nitidi attimi di una vita in un secondo. Cercai di perdonare chi nel perdono non vive e di rimuovere ogni falsità. Trovai l'appiglio per pregare e dai miei occhi velati, una goccia, si cristallizzo'. Rividi, come fosse una scena di un film, due fari nella notte, risentii forte l'urlo straziante, le mie mani ancorate al volante e la sensazione di cadere, nel bianco. Spruzzi continui di freddo bianco mentre la mia testa sbatte e rotola, rotola, rotola ancora e si ferma immobile di fronte a questo tondo che splendida, mi fissa. Mi appaga la sua bellezza maestosa e la mia smorfia è quasi un sorriso. Una fitta al ventre, acuta; il palmo stringe con forza la neve ficcando le unghie nella gelida terra. Il fiato dalla mia bocca arida, esce a fatica; lo sento il freddo, avvolge lentamente il mio cuore, avvinghia il mio corpo, lo solleva con cura, lo accarezza e s'insinua nel profondo. Chiudo gli occhi un istante, quasi a voler riposare lo sguardo da tanta luce. Li riapro per paura, il tondo si è mosso. La cerco, la invoco, "non mi lasciare, ti prego" - penso. Una nuvola le passa accanto, ha la forma di un cavallo alato, nero. Mi chiama lo sento, mi invita a seguirla con fare discreto e gioioso sorriso. 
Il nitore del cielo mi prende per mano, mi innalza piano. Nel tondo mi dirigo leggera. 
Si chiudono fidati gli occhi stanchi, per iniziare il viaggio. Dove il dolore s'acquieta e il corvo smetterà di gracchiare. 
E non sento più nulla. Solo l'alba poi, potrà raccontare.


Immagine in artedigitale by ©Raffreefly 

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